I giornali in questi giorni dedicano molto spazio alle accuse che possono aver portato Roma adesso, ma prima Milano  e Venezia e tante altre città o istituzioni, ad essere travolte dalla corruzione e dalle mafie. Si ricostruiscono i fatti, le storie, si cerca l’ultimo colpevole.
In pochi però sollevano un problema antico e fondamentale: quello culturale. Il nostro paese ha trascurato in modo costante l’investimento nella cultura, il che non ha voluto dire solo ridurre le risorse per mantenere i monumenti e i siti archeologici, ma soprattutto non aver investito nella crescita culturale dei cittadini, nella loro educazione civica, nella consapevolezza di valori come il rispetto per il patrimonio collettivo. Costruire un paese nel quale i musei, i teatri, i beni d’arte non siano solo degli intervalli per passare il tempo, ma dei tasselli di una diffusa consapevolezza di alcuni valori che si traggano dalla frequentazione dei luoghi di cultura.
La scuola ha purtroppo fallito, nonostante insegnanti certo molti bravi e coraggiosi, alcuni dei suoi scopi e ha abbandonato a se stessi migliaia di giovani che, nonostante anni di cosiddetto studio, non sanno più parlare italiano, non hanno le più elementari conoscenze in materia di educazione civica, non distinguono nulla della loro identità culturale e vivono in una nevrotica corsa verso un consumismo modesto, senza che la loro capacità di giudizio, e quindi di scelta, venga mai sollecitata.
Sì, esiste un nesso preciso tra quello che sta avvenendo e la decadenza culturale del nostro Paese. Bisogna riconoscerlo urgentemente: cittadini consapevoli creano classi politiche di qualità. Cittadini lasciati nell’ignoranza diventano solo strumenti pericolosi in mano alla protesta e a chi, per propri fini, la sa gestire.
Un paese nel quale non si legge, non si frequentano i luoghi d’arte, non si rispetta la natura, anzi la si irride e violenta in tutti i modi, è un paese povero e infelice e non solo per la drammatica emergenza del lavoro, ma perché viene privato della propria capacità di giudizio, presupposto per qualunque scelta.
La cultura, in tutte le sue declinazioni, è una delle grandi e irrinunciabili risposte alla corruzione. Privarne le nuove generazioni, come è stato fatto negli ultimi anni, condannerà l’Italia ad una certa e irreversibile decadenza.