DAL RAPPORTO DI FEDERCULTURE UN’INDICAZIONE CHIARA: LA CULTURA SARÀ DECISIVA PER IL FUTURO DEL PAESE

21 10 2016 | Arte, Restauro, Tutela del Paesaggio, Opinioni e interventi

L’Italia riscopre il valore della cultura. È questo ciò che emerge dall’analisi dei risultati del dodicesimo rapporto annuale Federculture dal titolo “Impresa Cultura. Creatività, partecipazione, competitività”, presentato al Maxxi di Roma dal Direttore di Federculture Claudio Bocci.

Secondo il rapporto, nel 2015 la spesa delle famiglie per cultura, spettacoli e altre attività correlate è cresciuta del 4% rispetto all’anno precedente, per un totale di 67,8 miliardi di euro. Inoltre, sono aumentati gli italiani che frequentano musei e mostre (+7%), che vanno a teatro (+4%) e ai concerti (+6%): dati che si traducono in circa 3,6 milioni di persone in più che “vivono” iniziative culturali di vario tipo, le quali generano un milione e 190 mila occupati nel settore (il 5,3% del totale in Italia). Il maggior contributo a questi risultati arriva dai giovani, le cui presenze nei musei e nei teatri sono cresciute rispettivamente del 10,6% e del 16,6%: un segnale importantissimo, poiché riuscire ad avvicinare le nuove generazioni alla cultura significa far crescere in loro la responsabilità verso la tutela del nostro patrimonio. Infine, il turismo culturale ha visto aumentare sia le presenze (+5%) che gli arrivi (+7%), con un volume di spesa dei turisti nelle città d’arte che sfiora i 13 miliardi di euro: una dimostrazione del grande potenziale economico che il settore riveste per lo sviluppo dell’intero Paese.

Il quadro che emerge dal rapporto è quindi decisamente positivo e dimostra la sostanziale bontà delle politiche avviate negli ultimi anni in campo culturale, portando il Ministro Franceschini ad affermare che si tratta di un record assoluto.

La strada è sicuramente ancora lunga, a partire dal fatto che i flussi turistici sono attualmente concentrati in poche regioni (secondo il rapporto, infatti, l’86% dei visitatori si riversa in cinque Regioni: Lazio, Campania, Toscana, Piemonte e Lombardia) e non sfruttano lo straordinario museo diffuso sparso sull’intero territorio italiano, ma la direzione intrapresa, ora possiamo dirlo, è quella giusta. Come ho più volte sostenuto, dopo un lungo periodo di stasi dovuto ad una visione miope che tanto ha contribuito al degrado del nostro patrimonio, abbiamo finalmente voltato pagina. Grazie ad un costante incremento di risorse economiche destinate al settore – ottenute anche attraverso strumenti di collaborazione pubblico-privata come Art Bonus – e al riposizionamento della cultura al centro dell’agenda politica, l’Italia sta iniziando a cogliere le grandi potenzialità che derivano dalle sue ineguagliabili ricchezze culturali e paesaggistiche, nella convinzione che valorizzare le nostre bellezze rappresenti un passo decisivo verso il futuro del Paese.

 

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