MORIRE CON DIGNITÀ, UN DIRITTO CHE NECESSITA DI UNA LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO

5 12 2016 | Diritti civili e cooperazione

Morire con dignità è un diritto. È questo il senso della sentenza con cui il Tribunale di Cagliari ha accolto la richiesta di Walter Piludu, malato di Sla, di vedersi interrotto ogni trattamento e poter morire senza soffrire. Una sentenza che segna un importante passo in avanti verso il pieno riconoscimento della libertà di rifiutare cure che prolunghino l’agonia della malattia, rendendo liberi di scegliere la propria fine: una libertà garantita dalla nostra stessa Costituzione che, a fronte di una tutela del diritto alla salute, protegge il diritto all’autodeterminazione, decidendo se sottoporsi a un trattamento o meno, anche se questo dovesse portare alla morte. Ed è il Servizio Sanitario Nazionale, secondo la sentenza, a dover garantire una fine dignitosa, accudendo il malato e sedandolo prima di interrompere il sostegno artificiale.

Il Tribunale di Cagliari si aggiunge ad altri importanti precedenti, come nei casi Englaro e Welby, in cui la giurisprudenza ha rafforzato la tutela della libertà personale in materia di fine vita. Tuttavia, il cammino verso un pieno riconoscimento legale e ad un pieno riconoscimento dei diritti è ancora lungo, e passa attraverso la promulgazione di una legge sul testamento biologico: una battaglia che da tempo porto avanti attraverso l’intergruppo Parlamentare per l’Eutanasia Legale e il Testamento Biologico, avviato e promosso con colleghi provenienti da tutte le forze politiche oltre che con l’Associazione Luca Coscioni. L’obiettivo è quello di calendarizzare la discussione in parlamento di un tema che per molto tempo – la prima proposta di legge sull’eutanasia risale al 1984 – ha faticato a trovare spazio nell’agenda politica, nonostante abbia ormai raggiunto le coscienze e la sensibilità di moltissimi italiani, ma che ora finalmente sembra essere ad un punto di svolta: proprio in questi giorni infatti la Commissione Affari Sociali sta lavorando in Parlamento per l’approvazione di un testo unico sul testamento biologico.

Mi auguro che i membri della Commissione possano accelerare e completare il proprio lavoro nel solco rimarcato da questa importante sentenza, che fa eco a tutte le sentenze precedenti, nella consapevolezza che una legge sul testamento biologico rappresenti non solo una priorità, ma anche un obiettivo ineludibile per un Paese civile.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

– Leggi l’articolo su La Repubblica.