FONDAZIONE FELTRINELLI, UNO SPAZIO DI CITTADINANZA PER VALORIZZARE IL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE

13 12 2016 | Opinioni e interventi

A Milano oggi si è accesa una nuova luce. Si tratta della nuova sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, una grande istituzione molto cara ai milanesi: una bellissima costruzione di vetro e cemento che come un cristallo si alza verso il cielo e porta in città una nuova forma di partecipazione. Pareti trasparenti che comunicano con l’ambiente circostante, quasi a voler condividere con il resto della città l’immenso patrimonio contenuto al loro interno: 12 chilometri di archivi, un milione e mezzo di carteggi storici, 260 mila libri, 17 mila riviste e diecimila manifesti. Numeri importanti, sui quali poggia una grande sala di lettura all’ultimo piano del palazzo destinata a diventare un luogo di ritrovo, di ricerca e di impegno per tutti i cittadini. La sala polivalente al piano di mezzo accoglierà invece visitatori e lettori di giorno, mentre di sera ospiterà eventi, musica, dibattiti e perfino spettacoli teatrali. La Fondazione diventerà quindi uno “Spazio di cittadinanza” che contribuirà in modo aperto alla vitalità culturale di Milano, la quale ancora una volta si dimostra all’avanguardia nel proporre una valorizzazione di uno dei più ricchi patrimoni storici del nostro Paese.

La Fondazione Feltrinelli si pone così come una culla della vita culturale non solo della città ma del Paese intero, lanciando un segnale importante in un momento in cui gli investimenti in cultura sono ancora e purtroppo ridotti. Un’iniziativa che svolge un “autentico servizio pubblico” ma resa possibile grazie a capitali interamente privati, come ha sottolineato il Presidente Sergio Mattarella nella lettera inviata alla Fondazione. Ancora una volta quindi sperimentiamo l’importanza del settore privato per la valorizzazione della nostra storia culturale: la strada verso una piena fruizione del nostro patrimonio deve infatti superare sterili polemiche e andare oltre il rigido dualismo pubblico-privato, poiché quando parliamo di cultura ogni utile contributo può e deve essere accettato.

 

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