IL CANTO DELLA RINASCITA

22 05 2020

La musica è la vita che riparte. La sua forza emozionale ha accompagnato la fine di ogni grande tragedia dell’umanità. Dopo le grandi pestilenze si eseguivano i Te Deum, oggi a indicare una laica fede nel futuro nasce a Milano Il canto della rinascita, progetto corale che raduna nove autorevoli compositori italiani del nostro tempo.A promuoverlo la storica Società del Quartetto, che per aprire la sua nuova stagione ha deciso, anziché attingere al repertorio tradizionale, di chiamare a raccolta il meglio della nostra musica e commissionare nove nuovi brani, ciascuno ispirato da un testo poetico, tutti legati dal filo rosso della speranza. La prima assoluta il prossimo 6 ottobre nella Sala Verdi del Conservatorio milanese, a eseguirli l’ensemble Sentieri Selvaggi di Carlo Boccadoro, voci soliste Carmela Remigio e Monica Bacelli, voce recitante Elio De Capitani.

Un canto libero e plurale, declinato da artisti diversi per stili e generazioni, significativo fin dai titoli. E così se il brano di Paolo Arcà si chiama Alleluia, quello di Marco Betta è Abbraccio, Boccadoro propone Dopo, Silvia Colasanti Nove marzo duemilaventi, Michele Dall’Ongaro Win, Matteo D’Amico Ecco mormorar l’onde, Ivan Fedele Due Hatsu Haiku, Carlo Galante Aforismi di guarigione, Fabio Vacchi Par les soirs bleus d’été. «Tutti hanno aderito al progetto con slancio generoso, a titolo gratuito — ricorda Ilaria Borletti Buitoni, presidentessa della Società del Quartetto —. Un bel segno di ripartenza per la nostra musica, elemento portante dell’identità di un Paese che ha sempre dato compositori straordinari, da Gesualdo a Nono. Tanto più significativo in quanto la contemporanea in Italia è poco considerata e i nostri autori sono spesso più noti all’estero che in patria».

Audace quindi la scelta di ripartire dalle nuove avanguardie. Tenendo conto che niente sarà più come prima. «In rispetto alle norme di sicurezza vigenti, i nove brani prevedono un organico di sei strumenti al massimo, così che gli esecutori possano suonare alla giusta distanza — prosegue Borletti Buitoni —. Su queste direttive stiamo lavorando per mettere a punto la nuova stagione, costruita in due fasi: autunno-inverno in funzione delle indicazioni dell’emergenza, mentre per il 2021 l’impegno è per concerti più allargati. Pandemia permettendo… Ma quel che ora è urgente è avere indicazioni chiare sul nostro prossimo futuro e sostegni concreti per poter sopravvivere. Le promesse si sprecano ma per ora non è arrivato niente».

Dal Corriere della Sera, 22 maggio 2020