Il lavoro, oscuro e penso anche prezioso, di un Sottosegretario è spesso quello di seguire il quotidiano divenire delle pratiche ministeriali. Sia dal punto di vista parlamentare – con una presenza assidua nelle commissioni competenti, rispondendo a domande e a dubbi, presentando e illustrando disegni di legge o rispondendo a interrogazioni – sia da quello territoriale. Andando in situ a rendersi conto di eventuali criticità, siano esse dell’Amministrazione dei beni culturali oppure del territorio stesso, oppure rispondendo a sollecitazioni che dai territori vengono. Si viaggia molto… o meglio, si consumano molte suole di scarpe. Si tratta di un lavoro prezioso. Ma per risultare davvero efficace, ai sopralluoghi deve seguire poi una sintesi politica e decisionale, che costruisca un percorso per dipanare tutti i nodi che spesso si aggrovigliano – soprattutto nella caotica governance amministrativa che contraddistingue il nostro Paese, con il suo proliferare spesso proteiforme di sedi e istituzioni da coinvolgere nella decisione – nella soluzione di un problema. Per questo oggi ho convocato presso il Mibact una riunione su Villa Fogliano – dove il 18 maggio scorso (cfr il post del 19 maggio) ero stata in sopralluogo insieme al Sottosegretario Sesa Amici che mi ha coinvolto e fatto conoscere questo angolo d’Italia di sperduta bellezza – per cercare di dare un seguito a ciò di cui mi ero resa conto in prima persona. Villa Fogliano rappresenta infatti un luogo straordinario tra i più belli che abbia visto da quando sono al Mibact, un’oasi inserita nel Parco Nazionale del Circeo molto amata dai latinensi, che però è minacciata dall’usura e dal decadimento. Occorre dunque progettare il suo futuro. Per farlo, occorre innanzitutto mettere seduti intorno ad un tavolo tutti i vari e non pochi enti che hanno una qualche competenza su Borgo Fogliano. Ed eccoci qui. Pronti ad individuare soluzioni condivise affinché l’area di Fogliano possa esprimere tutte le sue enormi potenzialità anche per lo sviluppo turistico dei luoghi, nel rispetto della sua vocazione naturalistica e storica. Questo è governare. Un impegno quotidiano, che ha in piccoli impegni portati a compimento, il riscatto della sua inevitabile fatica.

 

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