ALTRI NOVE DIRETTORI PER MUSEI E AREE ARCHEOLOGICHE AUTONOMI

30 05 2016 | Arte, Restauro, Tutela del Paesaggio

La riforma voluta dal Ministro Franceschini, che coinvolge anche alcuni musei e beni archeologici e monumentali, prosegue con la nomina di nove nuovi direttori.

A circa un anno dalla rivoluzione che ha dato vita ai primi musei statali autonomi, tra cui gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera e la Reggia di Caserta, il MIBACT ha pubblicato un nuovo bando internazionale per la selezione di nuove figure che guideranno altrettanti poli e parchi archeologici pubblici, promossi ad una gestione autonoma grazie alla riforma dei Beni culturali.

A guidare queste strutture arriveranno figure professionali scelte anche in altri paesi, incaricate di gestire l’intera organizzazione dei siti, dalla ricerca alla gestione del personale, dalla programmazione culturale fino agli orari d’apertura. I nuovi direttori verranno selezionati entro il 31 dicembre da una commissione composta da cinque esperti di beni culturali, che nominerà anche  un Consiglio di Amministrazione e un comitato scientifico, entrambi di cinque membri, per supportate l’azione di tutela e valorizzazione della direzione.

I poli e parchi archeologici pubblici coinvolti da questo secondo importante passaggio della riorganizzazione dei musei italiani includono luoghi archeologici di assoluto rilievo , da Ostia Antica ad Ercolano, dal Parco archeologico dell’Appia a quello dei Campi Flegrei, oltre a Musei e luoghi di cultura straordinari quali il complesso monumentale della Pilotta a Parma e il Castello di Miramare, il Museo delle civiltà di Roma, il museo nazionale etrusco di Villa Giulia, per concludere con Villa Adriana e Villa D’Este.

Un patrimonio ricchissimo da tutelare e valorizzare, espressione di quel museo diffuso unico al mondo che merita maggior visibilità e che rappresenta un formidabile volano turistico.

Un nuovo traguardo che va nel solco tracciato dalla riforma del Mibact, tesa a rafforzare le politiche di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio, liberando i siti culturali da vincoli che finora ne hanno limitato fortemente le potenzialità e permettendo loro di sviluppare autonomamente iniziative volte a promuoverne la pubblica fruizione.

L’Italia ha voltato pagina, e grazie all’azione del nostro Ministero il patrimonio culturale ritorna ad essere al centro delle scelte di governo.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

Leggi l’articolo sul Il Messaggero

Leggi l’articolo su L’Unità