Sono nata nel 1955 e quando chiedevo a mia madre che cosa era successo di rilevante in quell’anno a Milano la risposta era “Maria Callas alla Scala per la Traviata, regia di Luchino Visconti”.

Non ci sono ovviamente video – registrazioni di quella memorabile serata, altro che, in chi ha per decenni frequentato la Scala, la memoria di un evento straordinario che ha cambiato la storia dell’opera.

Callas cantava il dolore e la malattia di Violetta come mai nessuna cantante aveva osato fare. La sua voce era quello strazio anche nei toni più sussurrati come quelli davanti allo specchio, impietosa immagine, di come “era mutata”.

Da quando ho cinque anni sento opere, amo l’opera e la musica è parte della mia vita. Ho ascoltato decine di “Traviate” in molti teatri, conosco a memoria il libretto e la musica, ho visto scene vuote e addobbate, sentito voci bellissime e mediocri dirette da grandissimi o sconosciuti direttori.

Ma mai ho avuto l’emozione di quella registrazione, seppur imperfetta, che ci riporta la voce di Callas in Traviata.

Forse è per questo che quando sento che il prossimo Sovrintendente lo si sceglie con un bando mi viene da sorridere. Per la Scala? Quella Scala che nel 1955 ingaggiò il più grande regista d’opera che esisteva e la più grande voce di tutti i tempi? Ve li immaginate Ghiringhelli e Paolo Grassi rispondere ad un bando? Io no.

Con l’opera non si scherza e  noi melomani appassionati non perdoniamo.

Siamo esigenti e vogliamo la Scala in grandi ed esperte mani e vogliamo di nuovo il più straordinario cartellone del mondo!