Tutelare e difendere il paesaggio in Italia è molto complicato sia per la diffusione dei nostri beni culturali che per la fragilità del nostro territorio, ma soprattutto per il naturale conflitto tra piani paesaggistici e piani e progetti urbanistici.
Il caso del recupero del casolare sul Colle Dell’Infinito è l’ennesimo esempio di violazione del rispetto di un simbolo e di un luogo fondamentale per ciò che rappresenta per il Paese, per la nostra storia e per il nostro paesaggio.
Per questo il Ministero dei Beni Culturali ha fin dall’inizio espresso il proprio parere negativo sul progetto di recupero, e supporterà la Soprintendenza e la Direzione Regionale nella presentazione di un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR, che ha bocciato il parere negativo della Soprintendenza.
Una vicenda che, mi auguro, possa diventare un esempio di collaborazione tra le istituzioni e i soggetti attivi sul territorio, che possono fare da sentinella per segnalare problematiche e situazioni di aggressione al paesaggio e richiamare l’attenzione e l’intervento del Ministero.

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