La stampa sarda torna spesso su un possibile allarme per la tutela paesaggistica dell’isola e delle sue coste. Si tratta di un’attività di vigilanza giusta ed encomiabile, che la gloriosa – per carattere e tradizioni – stampa sarda svolge in modo esemplare. Desidero però rasserenare gli animi, e invitare alla serenità. Ho avviato infatti un’intensa attività di monitoraggio sull’esercizio della tutela da parte degli organi periferici del Ministero; in particolare, pongo particolare attenzione sulla estensione ed efficacia dei provvedimenti di tutela paesaggistica emanati dal Ministero ai sensi dell’art. 136 D. Lgs. 42/02004 e dalla precedente L. 1497/39, incoraggiando la redazione di nuovi vincoli paesaggistici e della loro estensione . Tutto ciò nella consapevolezza che il territorio italiano ha assoluta necessità di una maggiore vigilanza in merito all’uso che viene fatto del suolo, che spesso è oggetto di interventi che provocano un cambiamento sostanziale al delicato e complesso paesaggio italiano. Tale attività di monitoraggio, pertanto, si rivolge anche alla fase di redazione dei piani paesaggistici attualmente in corso di elaborazione congiunta tra le Regioni che ancora non hanno provveduto alla loro approvazione ed il Mibac; la pianificazione paesaggistica è importanza strategica ai fini della tutela dei territori, in quanto rappresenta lo “strumento di uso” del territorio nelle diverse aree regionali del Paese. In modo particolare, l’attenzione del SS è volta verso la redazione del PPR della Sardegna, che è all’esame dei tecnici del Mibac, in quanto il territorio sardo, connotato ancora in misura assai rilevante dai caratteri dell’originaria bellezza naturale sia nelle sue coste che nelle località dell’interno, è di assoluta rilevanza dal punto di vista paesaggistico e ambientale ed è mio obiettivo prioritario contribuire alla conservazione di luoghi di tale incontaminata bellezza. Per il momento, dunque, calma e gesso. Continuando a vigilare.