Se il paese vuole avere un futuro, bisogna partire anche da Napoli. Lo vedo chiaramente in una visita di due giorni che sto svolgendo in questa città. Una vera capitale europea, che affronta con grande coraggio il problema del suo rilancio e del suo sviluppo. Vedo esempi interessanti di come, persa una vocazione manifatturiera per il grande cambiamento dell’economia globale, crescita e benessere possano adesso venire da una valorizzazione del grande patrimonio storico- artistico che tutti ci invidiano. Anche oggi infatti Napoli è piena di visitatori, dal Museo Nazionale Archeologico alla cattedrale, dove ieri mattina sono stata per la cerimonia dello scioglimento del sangue di San Gennaro. Sono stata con don Antonio, parroco di Santa Maria della Sanità, in giro per questo rione, che fu di Totò ed oggi ha ancora grandi problemi sociali. Don Antonio ci offre un’idea: far lavorare giovani del luogo nella valorizzazione del loro proprio patrimonio storico artistico. Ha creato una cooperativa, “La Paranza”, dove sono impegnati giovani del rione in restauri di eccellenza, a partire dalla propria chiesa. Così si salvano, salvando anche il patrimonio di tutti. Forse questo modello si può estendere ad altre chiese di Napoli. Quando pubblico, privati e terzo settore e quando uomini e donne di buona volontà si incontrano i risultati possono essere straordinari. Ieri sera abbiamo inaugurato una mostra di arte con artisti giovani, figlia di questo modello. Forse un’idea che può essere applicata anche in altre grandi città italiane. Al Ministero ci lavoreremo.