Il Nuovo Piano Pullman del Comune di Roma, che finalmente sta per entrare in vigore, è solo una prima e speriamo non isolata misura di riequilibrio dei flussi che attraversano il centro storico di Roma, forse il più ricco del mondo di patrimonio storico e artistico e archeologico. I passaggi degli autobus, lasciati senza governo per anni, rischiavano infatti di stravolgere la identità stessa del centro storico, che non deve essere concepito come una Disneyland artificiale o una quinta di bellezze inabitate, fondale per un turismo di breve passaggio, bensì come un organismo vitale e dall’equilibrio delicato, che solo se tutelato può diventare una risorsa ed essere quindi attrattivo anche per visitatori più attenti e più colti e meno passeggeri.
Un centro storico può essere turisticamente attraente solo se è vitale, e può essere vitale solo se è abitato, dunque capace di costruire una sostenibilità tra funzioni diverse e complesse. Dispiace quindi leggere le dichiarazioni preoccupate e infondate da parte dei grandi operatori di pullman turistici, che equiparano ancora una volta la sacrosanta regolamentazione dei flussi turistici con l’inevitabile crisi del settore che invece, in questo caso, deriva dalla poca capacità di misurarsi con la sfida che deve essere quella della crescita del turismo culturale che è dimostrato avere una ricaduta sul territorio ben maggiore e duratura.