Ancora ieri lo ha detto autorevolmente il professor Louis Godard, consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del Presidente della Repubblica, presentando il libro -guida a Palazzo Serra di Cassano: “il nostro patrimonio è immenso e necessita del coinvolgimento dei privati. Ma lo Stato deve essere garante”. Il giorno prima già il Ministro Bray aveva segnalato l’importanza del contributo di tutti, e non solo dall’Italia, per dare a Pompei quella centralità e cura che sono doverose per un sito tra i più importanti al mondo. Una cura e centralità che si è cominciata a disegnare con la nuova governance prefigurata dal Decreto Valore Cultura, e che deve proseguire adesso facilitando l’afflusso di risorse – sotto la regia dello Stato e la cura scientifica delle sue strutture dedicate, tra cui le valorose sovrintendenze – pubbliche e private, nazionali e internazionali, verso tale patrimonio. Del resto ad Ercolano, sito che ho visitato di recente, la generosità di Hewlett Packard permette da qualche anno una fruizione e cura del sito inimmaginabile con risorse solo pubbliche. Oggi in primo piano è la questione del Teatro della Scala e del Piccolo. Nella redazione del l’importante Decreto Valore Cultura si è senza volerlo reso più difficile l’apporto di risorse private a queste due gloriose istituzioni culturali. Un errore che hanno segnalato in molti, e che anche il Governo si è detto pronto a riparare. Giustamente il Ministro, va detto a suo onore, ha dichiarato la sua volontà di accogliere l’appello preoccupato del Sindaco di Milano Pisapia. Ciò è possibile, ed è una buona notizia per l’Italia, perché finalmente il dibattito sul ruolo dei privati – che si arroventava troppo quando ero Presidente al FAI, ma forse i tempi erano ancora prematuri per una discussione non ideologica – sembra prendere una piega costruttiva e serena, pragmatica e riformista. Adesso la questione non sembra più focalizzarsi ideologicamente sul “se”, ma pragmaticamente sul “come”. Perché l’obiettivo sono i risultati, per il bene di tutti e sui beni di tutti, innanzitutto.