Dopo la mancata abolizione del tetto di 400 milioni per le erogazioni, torno a parlare di 5 per mille e purtroppo con un’altra brutta notizia: Sergio Rizzo sul “Corriere della Sera” riporta quanto emerso da una relazione della Corte dei Conti su come vengono distribuiti i fondi del 5 per mille; destinati nello spirito del contributo al volontariato, in realtà molti dei fondi vengono convogliati a favore di fondazioni politiche attraverso una selva di modifiche all’impianto di un contributo che non è mai stato veramente stabilizzato, generando confusione e provocando un rallentamento delle procedure di gestione ed erogazione. Ed è così che un contributo fondamentale per sostenere il volontariato, la promozione sociale, la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria e la tutela dei beni culturali e del paesaggio viene in parte destinato a fondazioni riconducibili a politici ben noti. Ma il problema dei destinatari è solo una delle conseguenze di una mancata stabilizzazione del 5 per mille attraverso una legge organica, in grado di garantire la certezza delle risorse nel corso di un arco temporale ragionevole e la definizione di tempi certi per l’erogazione dei fondi, al fine di permettere ai beneficiari di programmare, con congruo anticipo, le proprie attività e possibilità di intervento. Una stabilizzazione che il settore del non profit attende da 7 anni senza ricevere risposta.

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