Invito a leggere la proposta lanciata dal Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli sulle pagine del Corriere della Sera di oggi: uno stop alle nuove costruzioni per 10 anni, in modo da “investire tutto quello che c’è sulla messa in sicurezza del territorio”.

“Se il Paese scegliesse di non fare nuove cose, ma di mettere in sicurezza quelle che ci sono” continua Gabrielli “salvaguarderebbe quel patrimonio unico al mondo che sono il nostro territorio, le nostre comunità, i nostri abitanti e che, invece, in questa condizione di generale abbandono è messo in pericolo”.

Una proposta sicuramente valida dal punto di vista della tutela del nostro territorio e del nostro paesaggio, ma anche conveniente dal punto di vista economico,: ogni anno in Italia si spendono 2,6 miliardi per riparare i danni provocati dalle catastrofi di un territorio che potrebbe essere messo in sicurezza con costi sicuramente minori.

La domanda diventa allora: possibile in un Paese diviso come il nostro e nel quale si parla da decenni di messa in sicurezza facendo poco o nulla?

“Credo sia molto difficile, ma dobbiamo provarci”, risponde Gabrielli. Allora la parola passa alla politica, che è chiamata per l’ennesima volta ad affrontare un problema, quello della messa in sicurezza del nostro territorio, che non scopriamo certo oggi: speriamo che le risposte questa volta siano diverse.

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