Spesso i trionfi e le celebrazioni hanno l’effetto di cancellare e di ricoprire con un’aura splendente tutto quello che le circonda. Mentre applaudo con tutta l’Italia per la bellissima vittoria de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, che dopo 15 anni da “La vita è bella” riporta l’Oscar per il miglior film straniero in Italia, non posso non ricordare lo stato di salute del cinema italiano e più in generale del mondo dello spettacolo.
Cinema e spettacolo dal vivo a cui mancano ancora una legislazione completa ed esaustiva, per cui è stata persa l’occasione di tutelare l’eccezione culturale e gli interessi del nostro cinema in Europa (che invece la Francia ha ottenuto), e per i quali manca di fatto un tessuto e una struttura in grado di sorreggere un’industria capace di produrre eccellenze come il film di Sorrentino ma che fatica a valorizzare i giovani talenti e le professioni culturali.
Allora ancora applausi e congratulazioni a Paolo Sorrentino e a tutti i suoi magnifici collaboratori (attori, produttori, costumisti, musicisti, truccatori), ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche perché il suo grande successo diventi davvero un modello e un esempio per la nostra industria cinematografica e soprattutto un incentivo a batterci per il futuro della cultura in Italia, che certamente passa attraverso queste grandi vittorie, ma che dobbiamo essere capaci di tradurre e costruire giorno per giorno con piccoli passi e con un’attenzione e un dialogo costante con le persone che di questo mondo fanno parte.
Forse non è troppo tardi per far tornare a splendere la bellezza del nostro Paese, quella Grande Bellezza che è fatta di talenti ma anche e soprattutto di arte, monumenti paesaggi, e che all’estero amano e riconoscono così tanto e che noi italiani facciamo così fatica ad apprezzare.
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