La scomparsa di Gabriel Garcia Marquez, Premio Nobel per la letteratura nel 1982, lascia un vuoto importante non solo nel mondo letterario e in tutto il mondo della cultura, ma anche nella vita di molte persone.

Con i suoi romanzi Marquez ha saputo, grazie al suo celebrato “realismo magico”, portare gli occhi del mondo e accendere l’attenzione su un continente, l’America Latina, per molto tempo trascurato ed escluso dallo scacchiere mondiale.

Scomparso a Città del Messico a 87 anni, Marquez è considerato oggi, dopo Cervantes, il più grande scrittore in lingua spagnola. Il nostro compito è tenere vivo il suo ricordo facendo tesoro dei suoi insegnamenti, come facciamo e dovremmo fare  per tutte le cose preziose che la cultura in tutte le sue forme è in grado di regalarci.

Per chi lo desiderasse, invito a leggere su “La Repubblica” di oggi il ricordo di Santiago Gamboa, scrittore colombiano conterraneo di Marquez, che ne traccia un ricordo appassionato e ricco di riferimenti alla vita e al modo di pensare del grande scrittore, che oggi perdiamo ma che sapremo ritrovare nei suoi indimenticabili romanzi.

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