Nei giorni scorsi sono stati presentati i dati del decimo rapporto di Federculture, che tracciano un quadro sempre più allarmante per i beni culturali in Italia: basti pensare che lo scorso anno per la tutela del patrimonio sono stati destinati solo 87 milioni di euro, una cifra che sarebbe appena sufficiente a coprire il fabbisogno di una Regione italiana.

Se si pensa poi all’importo complessivo destinato alla cultura, 1.595 milioni di Euro – pari allo 0.19% della spesa pubblica , dato peraltro in riduzione costante (-27% negli ultimi 10 anni) – si evidenzia per l’ennesima volta la scarsa attenzione riservata a un settore che viene continuamente definito come basilare per il rilancio e la rinascita del nostro Paese ma che purtroppo non trova un corrispettivo aumento di fondi e di risorse pubbliche che, al di là dell’apporto di fondi privati (recentemente incentivati dal decreto Art Bonus), sono assolutamente insostituibili per la tutela e per porre le basi per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

Fa riflettere anche un altro dato che emerge chiaramente dal rapporto, che colloca l’Italia all’ultimo posto nella partecipazione culturale dei cittadini, con solo 3 italiani su 10 che hanno visitato un museo e solo 4 su 10 che hanno letto almeno un libro nel 2013.

Segno evidente che il tema dell’attenzione (o meglio disattenzione) ai beni culturali sta diventando non solo un problema politico, ma un problema che parte da lontano e che si risolve solo riportando la cultura nelle scuole e nella vita di tutti i giorni.

Il protocollo MiBACT-MIUR per la reintroduzione della Storia nell’Arte come materia d’insegnamento è stato un primo e importante passo, ma la strada da fare è molta.

PER SAPERNE DI PIù

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