Ieri ho partecipato a Verona alla sottoscrizione dell’accordo tra il Comune di Verona e il FAI per la valorizzazione del complesso monumentale del Lazzaretto, all’interno del Parco dell’Adige. Con la convenzione, Il Comune di Verona continuerà ad essere il capofila nella gestione dell’intervento ed attuerà il progetto attraverso il Fai: un accordo risultato frutto di un fattivo impegno di collaborazione da parte di tutte le diverse istituzioni coinvolte, che permetterà di restituire alla città una parte di territorio di grande pregio storico–architettonico, sottraendolo al degrado e rendendola nuovamente fruibile per i cittadini. La convenzione, stipulata secondo quanto indicato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, prevede, a fronte della concessione per 18 anni dell’area, la realizzazione da parte del Fai di una serie di interventi – già definiti per i primi due anni e successivamente da programmare in concerto con l’Amministrazione comunale sulla base delle risorse che saranno disponibili – nonché della gestione ordinaria del sito e della realizzazione di orti collettivi in un’area adiacente di sua proprietà.

Gli interventi previsti all’interno della convenzione, già coperti finanziariamente dal Fai con un importo di circa 250 mila euro e da realizzare nei primi due anni, riguarderanno la bonifica e la pulizia dell’area, la realizzazione di rilievi geometrico-dimensionali, dello stato di conservazione e delle specie arboree, la conservazione del tempietto e il parziale recupero di alcuni significativi elementi architettonici dell’antica fabbrica, con analisi delle relative fasi costruttive, iniziative di promozione e raccolta fondi. Tra le altre attività previste dall’accordo, da realizzare sulla base delle risorse disponibili vi sono la rivitalizzazione dei percorsi esistenti di collegamento tra i diversi monumenti e siti naturalistici presenti nel Parco dell’Adige Sud e la realizzazione di iniziative a carattere culturale e ricreativo. Un esempio che può essere un modello e un riferimento importante per la tutela e soprattutto per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale: solo una rete che raccolga soggetti pubblici, privati e del terzo settore può riuscire a salvare il patrimonio culturale e artistico del nostro Paese.

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