Il Governo sta facendo il possibile per portare il Paese fuori dalla crisi e diventare competitivo, e il decreto Sblocca Italia va in questa direzione.

Il mio plauso ad una radicale proposta riformatrice non può tuttavia prescindere dal timore che si confonda la semplificazione normativa con l’annullamento di qualsiasi possibilità da parte del Ministero dei Beni Culturali di esercitare la propria azione per la tutela del paesaggio, azione che in alcuni punti del Decreto viene resa nulla.

Le nostre Soprintendenze, per altro colpite da tagli insostenibili, devono poter rispondere in modo efficiente e motivato e quindi la loro azione deve certamente essere rivista alla luce di un rapporto meno conflittuale con i cittadini, sempre ricordando che la tutela del paesaggio è un principio garantito dalla costituzione e che in un Paese come il nostro, che ha uno dei più alti tassi di consumo di territorio d’Europa e purtroppo un triste primato riguardo l’abusivismo, spuntare le armi della tutela è una scelta sbagliata.

Anche per un Paese che vuole cambiare.