Invito a rivedere e rileggere il mio intervento e quanto emerso dagli spunti offerti dagli altri relatori nel corso del convegno organizzato sabato scorso dal FAI Veneto sui flussi turistici a Venezia, “Confronto senza scontri”. Nel corso di questo primo momento di confronto e discussione si è finalmente parlato di come fronteggiare il tema della pressione sulla città, i suoi abitanti e le sue strutture, portata dal turismo che la attraversa. Una pressione oramai non più sostenibile, perché non regolata o governata.

Non è Venezia che si deve adattare al turismo, ma viceversa. La vocazione di museo diffuso della città è una ricchezza straordinaria ma che deve tenere conto della fragilità del contesto.

Bisogna leggere al più presto i dati, e ce ne sono molti, e studiare in fretta una soluzione per gestire i flussi turistici a Venezia. Ma soprattutto bisogna porre il problema non solo al centro dell’agenda non solo  e non tanto della città di Venezia ma soprattutto del paese e quindi del governo. Venezia è un patrimonio dell’umanità, e la sua tutela e valorizzazione è questione certo dei veneziani e dei veneti, ma anche nazionale, ed anche – mi si permetta di sottolinearlo, visti gli appelli e l’interesse sollevato all’estero – anche internazionale.

É necessaria quindi  una soluzione a un problema, quello del turismo e degli accessi incontrollati e in continuo aumento, che rischia di distruggere o compromettere irrimediabilmente l’equilibrio di una città che non può essere gestita e considerata come una città come altre.

 

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