Pur condividendo il legittimo diritto dei lavoratori del sito di Pompei e dei rappresentanti sindacali di riunirsi e manifestare, ritengo assolutamente inaccettabile e oltremodo dannoso chiudere per due giorni un sito archeologico di tale rilevanza senza alcun preavviso e a scapito di migliaia di visitatori e turisti.

Si tratta di un danno, materiale e immateriale, di incalcolabile portata, che va ad aggravare la già seriamente danneggiata immagine del nostro Paese e dei nostri beni culturali nel Mondo.

La fruizione dei beni culturali non è un privilegio ma un diritto dei cittadini, e come tale deve essere garantito dallo Stato alla stregua di un qualsiasi servizio pubblico, con regole chiare e precise, concordate preventivamente tra tutte le parti.

Solo così sarà possibile evitare il ripetersi di fatti come quelli accaduti tra ieri e oggi, fatti che non possono e non devono più ripetersi se vogliamo davvero che i nostri beni culturali e il turismo ad essi associati perdano definitivamente il ruolo di risorsa e di immagine del nostro Paese nel Mondo.

 

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