Di fronte ai disastri e alle alluvioni che hanno colpito il nord Italia non si può che fare una riflessione seria sulle responsabilità che hanno portato il nostro Paese ad essere uno dei più cementificati di Europa e con un tasso di abusivismo altissimo.

La gestione del territorio e la tutela del paesaggio sono due concetti che non possono essere separati come invece avviene. Mettere in sicurezza il territorio senza rafforzare gli strumenti che permettono al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo di tutelare un bene collettivo come è il paesaggio sarebbe una strada poco efficace.

Le nostre Sovrintendenze devono essere messe in condizione di operare efficacemente al servizio dei cittadini: privarle di mezzi, di risorse e di autorità in questo ambito è una visione contraria all’interesse del Paese.

Certamente i condoni, così come la necessità degli enti locali di garantirsi delle entrate attraverso gli oneri di urbanizzazione unita alla reticenza delle Regioni nell’adottare i piani paesaggistici hanno contribuito a portarci in questa situazione.

Si può “cambiare verso”, ma bisogna farlo anche ridando autorevolezza all’esercizio di tutela esercitato dallo Stato.