Ieri a Milano ho partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico di Brera.

Un’occasione per fare il punto sulla Grande Brera, il progetto che da tanto tempo è allo studio e per il quale finalmente qualcosa si sta muovendo: c’è l’accordo tra i due Ministeri e le istituzioni, che si sono dette disponibili a sedersi attorno a un tavolo per studiare una soluzione che sia funzionale per tutti. L’idea portante è che Accademia e Pinacoteca vadano gestite insieme e non separatamente, con Palazzo Citterio che può essere il primo mattone ed elemento fondamentale su cui costruire la Grande Brera, con l’obbiettivo duplice di permettere a tutti gli studenti di coesistere in un unico complesso e di avere a disposizione uno straordinario percorso storico e artistico da valorizzare.

Oggi l’Accademia di Brera, dopo 240 anni di storia, è un’eccellenza che attira oltre 4mila studenti, di cui un terzo provenienti da Paesi stranieri: abbiamo il dovere non solo di conservarla, ma anche di renderla fruibile e funzionale.

La sfida è ritrovare e far rirtrovare l’orgoglio verso le istituzioni che hanno fatto di Milano una città di cultura. E Brera è senza dubbio una di queste.

 

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