Sabato per la prima volta ho avuto la netta percezione che l’Italia riuscirá non solo a fare di Expo2015 un evento che sará un successo ma che proprio l’Esposizione sará il segno della ripresa del nostro Paese.
L’Hangar Bicocca con le sue straordinarie torri di Kiefer ha accolto centinaia di persone per discutere di contenuti da dare a Expo2015. Per farne non solo un percorso che si esaurisca in sei mesi ma un volano di idee, proiezioni, conoscenze che partano dal cibo per arrivare ad abbracciare tutti gli aspetti dello sviluppo.

La carta di Milano sará questo, una specie di protocollo di Kyoto legato al cibo, al diritto alla nutrizione, ai percorsi produttivi e alla loro incidenza sul futuro dei Paesi di tutto il mondo e del nostro in particolare.
Questo grande laboratorio di idee, che sabato ha visto moltissime associazioni e istituzioni presenti, ha dato il via ad una nuova percezione di Expo2015. Quella di una sfida che possiamo vincere,che riguarda tutto il Paese.

Proprio in questo quadro, e mentre sfilavano le immagini di bellissimi padiglioni ormai quasi terminati, una nota veramente stonata è il rifiuto di inaugurare anche alla Scala, Expo2015, il 1 maggio, con uno spettacolo. Per una minoranza di lavoratori che non rappresentano nemmeno tutti i lavoratori della Scala.

Una nota incomprensibile e che va assolutamente evitata.
Questa volta almeno… non facciamoci del male!