Oggi ho partecipato a Roma al convegno organizzato da Legambiente “il Green Act che serve all’Italia”, una serie di misure concrete e immediatamente attuabili per far ripartire il Paese.

Fiscalità ambientale, edilizia, bonifiche, energia, rifiuti, nuova mobilità, trasporti, dissesto idrogeologico, natura, turismo, fondi strutturali.

Sono i temi che compongono l’articolato documento, tutti strettamente legati con lo sviluppo economico del Paese e con la possibilità di creare filiere produttive e nuova occupazione, di produrre più benessere per tutti nel momento stesso in cui garantiscono risposte ai bisogni dei cittadini in termini di sicurezza, salute e qualità della vita.

L’Italia è tra i paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi, dove la recessione ha fatto esplodere tutti i fattori di debolezza economica, sociale e istituzionale esistenti: la concentrazione di PM10 resta elevata e il 30% della popolazione è esposto a concentrazioni superiori alla norma; nel settore dei rifiuti urbani l’Italia giunge a poco meno del 40% di raccolta differenziata e a poco più del 40% a discarica (la Germania arriva a poco meno del 65% di differenziata e a poco più dell’1% a discarica); tra il 1989 e il 2006 il suolo consumato è  salito al 6,6%, al ritmo di 265 kmq all’anno; il ricco patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia ha un impatto economico diretto marginale (le entrate dei musei e monumenti statali ammontano a soli 126 milioni di euro) e lo stesso turismo italiano conosce una forte stasi, sia in termini di visitatori che di fatturato.

Serve allora un disegno strategico che avvii un percorso organico fatto di misure concrete, da subito operative per realizzare quel cambio di passo necessario a rompere con le idee di sviluppo del Novecento: dobbiamo avere un occhio di riguardo all’emergenza paesaggio, che come un filo rosso attraversa tutti gli ambiti: dal rispetto della legalità all’abusivismo, dall’identità alla salvaguardia del territorio,  dalle energie alternative al turismo, i disastri compiuti ai danni del nostro patrimonio paesaggistico richiedono che senza tentennamenti la tutela possa essere esercitata dallo Stato sottraendola agli interessi locali.

Avremo un Italia più green ma soprattutto un’Italia più civile.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

– LEGGI “IL GREEN ACT” DI LEGAMBIENTE

http://www.legambiente.it/green-act