Smog, alluvioni, frane, cambiamenti climatici. Non solo le persone e la loro sicurezza ma anche l’Italia della cultura è sotto minaccia: sono 14.000 i beni archeologici e architettonici esposti a rischio frana e 28.483 quelli esposti ad alluvioni. Considerando la sola città di Roma, sono circa 3.600 i beni culturali di composizione calcarea (architettonici, archeologici, statue e fontane) a rischio potenziale di degrado, inclusi Piazza Navona, Piazza del Popolo e il Pantheon.

Sono i dati riportati da ISPRA e ISCR, che hanno illustrato nel corso della presentazione del rapporto “Ambiente e Beni culturali. La collaborazione ISPRA-ISCR per una politica di manutenzione, tutela e valorizzazione”, una vera e propria “mappa del rischio”, trasmettendo un’urgenza e un allarme che avvicina ancora una volta la tutela del territorio e del paesaggio ai beni culturali e alla bellezza del nostro Paese.

Due percorsi inscindibili, che richiedono la necessità di programmare congiuntamente l’attività di tutela e manutenzione e gli interventi di conservazione e restauro, e al contempo ci invitano a investire in un assetto futuro più sicuro, che necessariamente parte da una concezione del paesaggio moderna e tutelata. Per questo è necessario andare avanti con la stesura da parte delle regioni di piani paesaggistici condivisi e in linea con il Codice dei Beni Culturali.

 

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LEGGI L’ARTICOLO DE “LA REPUBBLICA ROMA”