Questa mattina ho partecipato al convegno “Liberi fino alla fine” organizzato dall’associazione Luca Coscioni. Un tema decisivo per i diritti civili, su cui è necessaria una maggiore determinazione e consapevolezza, visto che questa associazione nel settembre 2013 ha presentato una proposta di legge che non è mai stata discussa nè in Parlamento nè in commissione.

Un convengo molto importante e in un momento altrettanto opportuno, poiché proprio nei giorni scorsi il Parlamento Francese ha approvato a larghissima maggioranza la proposta di legge sul fine vita che consente la sedazione profonda e costante per i malati terminali, mentre in Italia la discussione e la decisione non sono state nemmeno avviate, nonostante la maggior parte degli italiani si conferma a favore del riconoscimento del testamento biologico.

L’Italia è un paese che da sempre fa fatica ad essere laico e quindi a parlare dei temi della morte e della sofferenza in quel modo. Il vuoto normativo in questo caso crea però una zona grigia inaccettabile, in cui chi ha la possibilità affronta il dramma magari proprio, ad esempio, andando all’estero. Come è stato il caso prima della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza: chi aveva mezzi propri andava all’estero, e chi non li aveva tentava la strada pericolosa e ingiusta dell’aborto clandestino oppure vedeva negato quel diritto. Questa per il testamento biologico e la depenalizzazione dell’eutanasia, temi complessi e fondamentali,  è una battaglia che spinge il nostro Paese a fare un salto culturale, perché  siamo nell’ambito dei diritti civili.

E il diritto della libertà di tutelare la propria dignità è uno dei più importanti.

 

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

 

– LA MIA INTERVISTA A REPUBBLICA TV 

– VISITA IL SITO DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI  

 

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