Dopo il terremoto e grazie a un impeccabile lavoro di restauro Mantova restituisce al mondo la meravigliosa “Camera degli Sposi” di Andrea Mantegna, aprendo inoltre  al pubblico il nuovo percorso museale del Castello di San Giorgio.

La città dei Gonzaga, che l’Unesco ha inserito insieme alla vicina Sabbioneta nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità, racconta come anche un sisma possa diventare un’opportunità. Aprendo nuovi percorsi di visita tra i tesori racchiusi a Palazzo Ducale e nel Castello di San Giorgio. Dove non solo si trova la “Camera Picta”, ma molto altro. Nelle camere attigue alla più famosa dedicata alla signoria di Ludovico II Gonzaga, prima lasciate spoglie, è infatti ora esposto il patrimonio collezionato da Romano Freddi nell’arco di una vita: opere acquisite da antiquari, collezionisti e grandi vendite internazionali che il proprietario voleva rimanessero sul territorio. Tra i pezzi, in comodato d’uso al Palazzo Ducale fino al 2025, spiccano il ritratto di Francesco IV Gonzaga, frammento proveniente dalla Pala di Rubens, una Crocifissione giottesca, un dipinto di Giulio Romano e uno di Domenico Fetti già parte della ricca raccolta gonzaghesca.
Non meno importante e straordinario è stato il lavoro di consolidamento e il recupero strutturale antisismico della torre Nord Est del Castello, che sono stati realizzati grazie alla collaborazione della direzione museale con l’Università Iuav di Venezia, con la Soprintendenza di Mantova e Brescia, con gli uffici tecnici collegati e numerosi storici e professionisti lungo tre anni di lavori, resi possibili grazie ai contributi del Ministero dei Beni Culturali, Regione Lombardia e Comune di Mantova.
Non resta allora che visitare, a partire da oggi, “La Camera più bella del mondo”, ammirando anche capolavori databili dal 1300 sino al tardo Rinascimento, che suggeriscono quanto fossero straordinarie e irripetibili le collezioni dei Gonzaga nel sedicesimo secolo.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

www.mantovaducale.beniculturali.it

www.ducalemantova.org

– LEGGI L’ARTICOLO DE “IL GIORNO”