Se il parco è coperto di plastiche e cartacce non è colpa del Ministero che ha in carico la pulizia ma di chi pensa che entrare in un sito monumentale pubblico vicino magari a dove si abita (ricordo che l’abitudine in  provincia di Caserta è passare nel parco reale la giornata di Pasquetta. Essendo chiusa la Reggia quel giorno il grande afflusso è avvenuto dopo due giorni) giustifica lo spargimento di immondizia.

Incredibile la giustificazione: ma i cittadini della provincia sentono la Reggia loro.
Prima di tutto, quando fu costruita la Reggia, Caserta non esisteva. E secondo la Reggia è patrimonio di tutti gli italiani e non solo, essendo un esempio unico e straordinariamente importante del nostro patrimonio monumentale.
Forse che i cittadini inglesi che ogni domenica d’estate affollano i parchi di Londra con le loro famiglia, anche li per dei pic nic, si permettono di lasciare gli avanzi, le carte e le plastiche quando se ne tornano a casa? No,non lo fanno. Non posso che sperare che siano numerosi invece i Campani che hanno a cuore la loro regione e il futuro anche turistico del loro territorio e che si ribellino a questo indegno modo di fare.
E non mi resta che chiedere sanzioni severe, molto severe per chi commette questo tipo di reato, che è un danno evidente anche all’immagine di un Paese come il nostro, conosciuto per la sua arte e la sua bellezza.
Veniamo al Ministero: restauri sono in corso con eccellenti squadre di giovani restauratori. Questi si ,orgoglio dell’Italia. Presto arriverà un nuovo Direttore, scelto attraverso una selezione anche internazionale. Gli spazi occupati da istituzioni varie per decenni stanno per essere liberati in base ad un cronoprogramma preciso, e la Reggia ha tutti i presupposti per diventare quello che merita di essere: uno dei luoghi più visitati del Paese, capace di  attrarre turismo anche dall’estero sempre crescente e non solo per due ore.
Sempre che il turista non trovi un prato pieno di cartacce e i cortili interni pieni di macchine!
Come è capitato ad un visitatore venezuelano, che si è giustamente sorpreso e lamentato.
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