Investire nel patrimonio nazionale e sulla cultura “è parte essenziale delle leve per il cambiamento” e “la cultura della bellezza e della tradizione concorrono insieme a creare opportunità di crescita e sviluppo straordinarie per tutto il Paese”. A sancirlo è il Rapporto annuale dell’Istat presentato ieri a Roma, che dedica un capitolo apposito ai beni culturali dal titolo ‘Dal patrimonio culturale diffuso il nostro futuro’.

Capofila di quelli che il Rapporto chiama i “territori della grande bellezza” sono le città di Firenze e Roma con oltre 33 milioni di visitatori di musei (che diventano 50 con Torino, Milano, Venezia e Pompei), mentre Roma e Milano si confermano le capitali dell’iniziativa imprenditoriale, con 43 mila unità locali e 113 mila addetti che operano nella cultura, pari a un quinto del totale nazionale.

Una fotografia puntuale che restituisce sempre di più l’importanza dei beni culturali e la loro valenza strategica nel nostro Paese, con un’osservazione finale che condivido: un Sud pieno di potenzialità turistiche e attrazioni culturali che dobbiamo essere capaci di valorizzare e di tutelare invertendo quella strada che ha portato spesso alla distruzione del paesaggio e all’abbandono di beni monumentali e archeologici.

 

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