Pur apprezzando e condividendo lo sforzo compiuto e l’intento sottostante al ddl Madia in corso di approvazione, che va nella giusta direzione della semplificazione e nell’introduzione di tempi certi e rapidi nel rapporto tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione, intendo ribadire pubblicamente la mia adesione a quanto affermato ieri dal Consiglio Superiore dei Beni Culturali e ancor prima dalle associazioni ambientaliste in merito alla norma del silenzio-assenso negli atti tra amministrazioni.

La mia carica all’interno del Ministero dei Beni Culturali, e soprattutto la mia delega al Paesaggio, mi obbligano infatti a evidenziare e ribadire come lo strumento del silenzio-assenso, seppure con tempi maggiori grazie ad un emendamento del Parlamento, sia uno strumento primitivo e assolutamente inefficace per governare la tutela del patrimonio ambientale e culturale, ambito complesso – e ricordiamo riconosciuto e disciplinato dall’articolo 9 della Costituzione Italiana – che necessita di un’attenzione e di risposte diverse da quella prevista dal decreto attualmente in approvazione.

La tutela può “cambiare verso”, ma per farlo si devono fornire alle nostre Sovrintendenze le risorse e i mezzi per poter agire tempestivamente ed efficacemente: solo così esse potranno rappresentare un reale servizio ai cittadini in difesa del nostro paesaggio e dei nostri beni comuni, e su questa linea e in questa direzione il nostro Ministero si sta muovendo e si muoverà nei prossimi mesi.

 

PER SAPERNE DI PIÙ: 

– LEGGI L’ARTICOLO DE “LA REPUBBLICA”

 IL COMUNICATO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEL MIBACT

L’APPELLO DI FAI, LEGAMBIENTE E WWF