Questa mattina ho partecipato alla conferenza dell’Associazione Italiana Editori che ha inaugurato il rinnovato Spazio Italia all’interno della 67esima BUCHMESSE – Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti editoriali e per la promozione della cultura e dell’editoria italiana all’estero, con 7.300 espositori da oltre 100 paesi.
Lo Spazio Italia, che quest’anno potrà contare su un’importante presenza resa possibile dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dall’ICE Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e dal Ministero per lo Sviluppo Economico, si estende su una superficie di 276 metri quadrati, con all’interno dello stand circa 1.300 titoli di 47 editori italiani e con la possibilità di consultare online il database dei libri in commercio.
L’occasione di oggi è stata un’importante momento per tracciare un bilancio dello stato dell’editoria in Italia, alla luce del rapporto AIE 2015, dal quale emergono alcuni segnali che fanno ben sperare: cresce il segmento dell’editoria per ragazzi sia per i titoli prodotti (+5,9%) che per la quota di mercato (+5,7%) e cresce anche il mercato dell’ebook, sia per fatturato (che raggiunge quota 40,5 milioni di euro) che per numero di titoli prodotti (+26,7%).
Ma sono purtroppo tanti i segni “meno”: il bacino dei lettori nel 2014 si restringe di 848mila (-3,4%), si ridimensiona il mercato (-3,6%), si conferma l’andamento negativo nel numero di titoli pubblicati (-3,5%) e nella diminuzione delle copie vendute di ‘carta’ (-6,4%). Nei primi otto mesi del 2015 il mercato ha inoltre registrato un ulteriore -1,9% di fatturato nei canali trade e – 4,6% per le copie vendute, ovvero 2milioni di libri venduti in meno e 15,8 milioni di euro in meno di fatturato.
Un calo di vendite e di lettori preoccupanti, soprattutto unendo questi dati a quelli drammatici presentati e commentati recentemente durante la presentazione di Libriamoci (http://ilariaborletti.it/
Dobbiamo saper analizzare questi dati e coglierne indicazioni operative e di impostazione futura, ma una cosa è certa: questa edizione record della Buchmesse e la fortissima presenza italiana dimostrano quanto siano sbagliate quelle credenze che, malgrado le attuali difficoltà del settore, ritengono il libro un oggetto da consegnare al passato. Perché non si può avere sviluppo civico, prima ancora che culturale e sociale, senza libri.
Il libro potrà cambiare con il mutare delle tecnologie, senza con ciò esaurire l’insostituibile funzione che ha sempre avuto e che avrà anche nella civiltà moderna.
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