Nei giorni scorsi il Ministro Franceschini ha ufficializzato in una nota il trasferimento definitivo del cratere di Eufronio al Museo Archelogico di Cerveteri, capolavoro dell’arte attiva del V secolo A.C. che dopo essere stato trafugato e oggetto di una serie di traversie internazionali torna definitivamente nel luogo da cui proviene, Cerveteri, insieme all’altro capolavoro di Eufronio, la Kylix: una decisione che fa parte di una strategia precisa, che è quella quando possibile di riportare nel luogo di origine le opere d’arte.

Una decisione importante, che andrà a confermare e rafforzare i significativi effetti sull’indotto turistico locale: nel solo 2014 grazie al rientro temporaneo del Cratere di Eufronio e della Kylix, i visitatori del Museo Nazionale Cerite sono aumentati del 75%, e nei primi nove mesi del 2015 il totale dei visitatori del museo ha superato quello dell’intero 2014.

Oltre alla portata di visitatori è grande e importante il valore culturale e simbolico, non solo per la lotta contro il traffico illecito di reperti archeologici, ma anche per il riconoscimento reso all’importanza dell’area archeologica e del territorio di Cerveteri, che sta puntando con forza e decisione alla valorizzazione dei propri tesori culturali: a fianco del museo archeologico si trovano infatti gioielli come la Necropoli Etrusca (che nei primi nove mesi di quest’anno il ha avuto un totale dei visitatori di gran lunga superiore a quello dell’intero 2014, con 69.255 ingressi da gennaio a settembre 2015) e, a pochi chilometri di distanza, il Castello di Santa Severa.

Un investimento e un’attenzione al territorio che il Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci ha fin dall’inizio posto al centro del proprio mandato, rafforzando e mettendo in pratica l’idea di “museo diffuso” che il Ministero dei Beni Culturali sta promuovendo per valorizzare il legame tra cultura e luoghi di origine: un’idea diversa di turismo che si va ad incrociare e sovrapporre con i piani strategici di promozione turistico-culturale, capaci di contemplare e apprezzare un’offerta rinnovata e più completa e allo stesso tempo decongestionare le città d’arte con percorsi alternativi e in grado di generare maggiori ricadute per il territorio e per le imprese e cittadini che vi risiedono.

 

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