A meno di non accogliere l’opinione di alcuni secondo cui nel 2011 ci sia stato un complotto internazionale volto a rovesciare il governo Berlusconi, il governo tecnico ha dovuto in tempi rapidissimi affrontare una tempesta finanziaria senza precedenti che aveva coinvolto il nostro Paese e ha dovuto assumere decisioni che nessun governo politico avrebbe voluto e potuto assumere.

Solo quell’intervento doloroso e radicale ha permesso al Paese di ritrovare credibilità sui mercati internazionali e di evitare un vero e proprio default e consente oggi, con una crisi mondiale meno grave, di agire sulle riforme come sta facendo con efficacia il Governo Renzi, di cui convintamente faccio parte.

Sia il senatore Monti che il Presidente Renzi hanno chiaramente indicato la necessità per l’Europa di orientare la propria azione sulla crescita e meno sul rigore dei conti: le divergenze degli ultimi giorni che nascono anche da una visione diversa sulla necessità di contenere il debito pubblico, vera mina sulla quale siede, non solo il nostro Paese, non devono compromettere un rapporto di  collaborazione utile al Paese.

Mi auguro che il Presidente Renzi, oggi a guida di un governo che ha fatto e farà molte delle riforme che erano state da tempo sostenute dal programma politico di Mario Monti, sostituisca alla definizione degli “illuminati aristocratici”, quella più efficace di “esperti e stimati consiglieri” utili in questo momento per consolidare la posizione del nostro Paese in Europa anche nei fatti.