Invito a leggere il mio intervento a firma su “La Stampa” di sabato 9 aprile sulla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come modello per la tutela e la fruizione dei beni culturali del nostro Paese.

Nata nel 1987 grazie all’azione di 12 aziende piemontesi e torinesi, la Consulta ora vanta 31 aziende ed enti che ogni anno si impegnano a versare poco più di 27 mila euro per la gestione del patrimonio culturale di Torino e dei suoi dintorni, con la possibilità di assegnare ulteriori fondi per iniziative ad hoc. Nei suoi primi 29 anni di attività l’associazione è stata in grado di erogare complessivamente oltre 30 milioni di euro, destinati a supportare le Istituzioni e gli Enti di tutela in 67 interventi di restauro e valorizzazione: solo per citarne alcuni, troviamo i lavori alle chiese di piazza San Carlo, alle fontane di piazza CLN, al Faro della Vittoria, al Museo del Cinema, alla Biblioteca reale e alla Reggia di Venaria.

Se Torino riveste oggi un ruolo da vera e propria capitale della cultura lo deve quindi in larga parte alla Consulta e alla collaborazione attiva e costante tra privati, enti, istituzioni e terzo settore, dando vita ad un’eccellenza sia nel campo della tutela che in quello della fruizione. Un esempio virtuoso per tutto il Paese di come pubblico e privato possano e debbano collaborare per la gestione e la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio artistico, storico e culturale.

 

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