Oggi la camera ha approvato il ddl per il contenimento del consumo di suolo: in un Paese che ha il triste primato del più alto tasso di consumo di suolo in Europa è un passo certamente importante dal punto di vista culturale, che considera il suolo un bene comune e una risorsa non rinnovabile e che colma un ritardo di anni, e pone un obbiettivo fondamentale che è quello di azzerare nel 2050 il consumo di suolo, come l’obbiettivo europeo richiede.

Certamente positivi sono molti aspetti, tra i quali le spinte al riuso e alla riqualificazione, i limiti sui cambi di destinazione d’uso per i terreni agricoli e la destinazione degli oneri di urbanizzazione non più per la spesa corrente che li ha resi fino ad oggi uno strumento che incentiva i comuni a concedere permessi di costruzione.

Permane tuttavia la necessità di rafforzare questo percorso e di migliorarlo al Senato, accogliendo le indicazioni di molte associazioni ambientaliste che spingono, giustamente, per una maggiore puntualizzazione e quindi una maggiore incisività del testo.