Che cosa è un monumento? Negli anni abbiamo assistito ad una evoluzione del significato di questa parola. Da nozione relativa ad un manufatto artistico così “classico” da diventare straordinario, al significato di oggi, molto più ampio. Oggi un “monumento” ha a che fare anche con l’identità nazionale e non solo con la storia dell’arte. Ne ho avuto un esempio anche ieri, nella giornata trascorsa in quella Toscana che di monumenti è scrigno quasi ineguagliato. La mia prima visita è stata infatti dedicata alla monumentale Quercia delle Checche (nome locale delle gazze che vi nidificano), un albero maestoso che dimostra con la sua bellezza quanto il Paesaggio sia divenuto parte integrante delle nostre identità locali e quindi di quella nazionale. Un albero di oltre 300 anni, il cui inserimento nell’Elenco Nazionale delle Piante Monumentali è doveroso, data la sua centralità iconografica e culturale nel paesaggio della Val d’Orcia. Non sarebbe infatti concepibile oramai pensare a una regione o a un territorio senza una tutela della sua fisionomia incarnata dal paesaggio.

Questa è del resto la filosofia con la quale il Mibact sta lavorando con le Regioni per approvare – sull’esempio della Toscana, che ha dimostrato anche su questo terreno di essere tra le regioni più avanzate d’Italia – i piani paesaggistici regionali. Un lavoro che continuerà e a cui voglio dare – avendo ricevuto la delega al Paesaggio, e quindi aver dato impulso con il Ministro Franceschini ai lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio – una centralità sempre più forte. Questa centralità del resto facilità la discussione su come affrontare al meglio eventuali situazioni di emergenza.

Una tematica di cui ho discusso a Pienza nel pomeriggio al convegno “Etica ed Estetica: i volontari della Protezione Civile in difesa dei beni culturali”, in occasione delle Olimpiadi del soccorso – le cosiddette “soccorsiadi” – che si tengono a Pienza dal 20 al 22 maggio. Cinquecento volontari da tutte le Pubbliche Assistenze Toscane si incontrano infatti proprio nella Val d’Orcia per sviluppare sinergie di intervento – come per esempio la Convenzione a supporto dell’opera del Mibact, per la messa in sicurezza dei beni culturali in caso di calamità naturali – e nuove elaborazioni e riflessioni sul “che fare?” di fronte a calamità naturali. Una riflessione che investe anche il “che cosa” salvare, e poi il “come”, e quindi mostra come siano intrecciate strettamente l’etica e l’estetica pubbliche. Mettendo in luce – anche attraverso il ruolo di migliaia di volontari, cioè di cittadini pronti ad esserlo in pieno – come un’Etica pubblica forte e vitale sia indispensabile per una salvaguardia anche dei valori dell’Estetica.