Ieri sera ho partecipato all’incontro organizzato dal comitato milanese per il “Sì” al Referendum costituzionale 2016, nel corso del quale si è parlato delle motivazioni che spingono verso un voto fondamentale per il cambiamento non più rinviabile e indispensabile per ridare slancio e completamento al percorso di riforme già intrapreso da questo governo.

Sono tante le ragioni economiche, giuridiche e di merito esposte nella serata di ieri da autorevoli personalità, che spingono nella direzione del SÌ, e tanti i benefici in termini di semplificazione, riduzione della burocrazia e dei tempi di approvazione delle leggi, che oggi, con il sistema bicamerale, richiedono mediamente oltre 6 mesi prima di essere approvate, con quello che ne consegue.

Una motivazione in più, quella più vicina al mio lavoro e al mio impegno quotidiano ed oggetto del mio intervento di ieri, è l’effetto positivo che il “Sì” al referendum costituzionale avrebbe sulla tutela del paesaggio e dei beni culturali, principalmente per due ordini di motivi: il primo, e il più importante, è che la riforma costituzionale su cui in ottobre i cittadini saranno chiamati ad esprimersi comprende fra le varie materie la riscrittura completa dell’art. 117 della Costituzione, che ridisegna le competenze su ambiente e tutela del paesaggio, andando a riportare alla competenza esclusiva dello Stato una serie di materie attualmente affidate alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni, fra le quali la tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, l’ambiente ed ecosistema, le attività culturali e il turismo.

In sintesi, la nuova formulazione dell’art. 117 sottrae alle Regioni la maggior parte delle competenze legislative riportandole allo Stato, semplificando così anche il rapporto tra cittadini e Istituzioni e sanando i danni causati dalla riforma del titolo V operata nel 2001 al nostro territorio e al nostro paesaggio, resi difficilmente tutelabili da sistemi normativi non omogenei.

Il secondo motivo è che con la riforma del sistema bicamerale, oltre a una considerevole riduzione dei tempi dell’attività legislativa, sarà possibile approvare leggi migliori e più rispondenti all’intento iniziale previsto dall’art. 9, sottraendole al gioco delle trattative che spesso ha contraddistinto il funzionamento di una politica vicina alle logiche dei partiti o e forse per questo lontana dai cittadini.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

Visita il sito del comitato “Basta un Si Milano” 

I partecipanti dell’incontro tenutosi ieri all’Elfo Puccini di Milano

 

20160704_191611 IMG-20160704-00918