Salvare la casa di Verdi significa salvare un luogo che racconta non solo la vita di un grande compositore, il più grande compositore italiano, ma che rappresenta l’identità culturale e storica del Paese: sui muri di Venezia e di Milano i combattenti del Risorgimento scrivevano “W Verdi” non solo per alludere a Vittorio Emanuele Re d’Italia ma perché Giuseppe Verdi ha rappresentato con le sue opere, come il Nabucco, un grido di libertà eterno. Vogliamo anche accendere un riflettore sulla musica classica, lirica sinfonica e da camera così trascurata fin dalla scuola nel nostro paese. I nostri ragazzi escono dal liceo non sapendo chi era Monteverdi o Rossini e Bellini oppure Beethoven o Bach. Questa colpevole carenza nella loro formazione si traduce anche in una carenza di politiche pubbliche nei confronti di un ambito fondamentale per la crescita e la coesione culturale di una comunità e questo spinge decine di musicisti di grande talento ad abbandonare il nostro paese per andare all’estero dove vengono aiutati e sostenuti.
Evviva la Musica, la musica di Verdi e tutta la Musica che dovrebbe percorrere la vita culturale del nostro Paese e concludiamo con una proposta: un coro in ogni scuola italiana che possa essere un primo passo verso la conoscenza della Musica.