“L’Europa non può permettersi di scendere a compromessi sui suoi valori fondamentali. Come deve unirsi ancor di più per riuscire a contare in un mondo pieno di imprevedibilità e di sfide” – Mario Draghi

Il monito di Mario Draghi sul futuro dell’Europa è, come sempre nei suoi interventi, stringato ma puntuale in tutti i richiami necessari per avviare una riflessione seria, soprattutto in attesa delle elezioni del 9 giugno: unità e forza sono le parole centrali del suo appello. Non si tratta di opzioni, ma di strategie senza le quali l’Europa rischia di esplodere e di non sopravvivere se non come mercato economico. L’esplosione delle crisi politiche e militari, l’ultima delle quali ha messo se possibile ancora di più in evidenza le fragilità del vecchio continente sottolineandone le divisioni, richiede una presa di coscienza da parte dei cittadini europei estremamente urgente. Per la mia generazione l’Europa è stata non solo l’opportunità per poter viaggiare liberamente, ma soprattutto la speranza che il patrimonio di grandi valori occidentali nati dall’Illuminismo e da secoli fatti di lotte, sacrifici, drammi spaventosi e rinascite fosse custodito da una realtà più grande, più forte e più credibile per affrontare delle sfide a livello globale. Dopo molti anni i fatti disegnano una situazione ben diversa e l’inquietante immagine dell’incontro a Riyad tra i più importanti paesi islamici, dai quali parte dell’Europa dipende a livello energetico, tutti legati dallo stesso filo che è il rifiuto di qualunque principio democratico e l’assunzione di politiche autoritarie nei confronti del dissenso, lo dimostra.
L’Europa ha perso potere, credibilità, al punto di diventare strumento di propaganda per gli estremismi più crudeli e sanguinari; non è stata capace di gestire in modo proficuo e positivo il mutamento della propria società e oggi si trova a subire il ricatto di chi non ha mai aderito ai propri principi costituenti.
Il monito di Mario Draghi sul risveglio dell’Europa è centrale per qualunque cittadino europeo al di là del proprio orientamento politico, un invito ad un risveglio che non sia inquinato dai populismi ma abbia le sue radici nell’orgoglio di appartenere ad un continente che da 80 anni non vede la guerra al proprio interno e ha visto, invece, un incredibile e diffuso benessere e uno sviluppo senza precedenti. È l’Europa dell’assistenza sanitaria garantita, della scuola d’obbligo per tutti, dei diritti ma anche dei doveri. Un’Europa che deve ritrovare la spinta e persino il coraggio di una voce univoca verso un mondo che ne vuole invece l’indebolimento. Non ci sarà un secondo appello, e Mario Draghi lo sottolinea con la consueta chiarezza.