A chi sostiene per pura propaganda già da clima pre-elettorale che il Presidente Napolitano nel 2011 sia andato oltre i suoi poteri costituzionali per aver sondato le disponibilità di Mario Monti ad assumere un incarico di governo, vorrei ricordare le condizioni in cui il Paese si trovava: sull’orlo del fallimento, con uno spread che sfiorava i 600 punti determinato dai mercati  e con una situazione economica, politica e sociale disastrosa, che richiedeva un cambiamento repentino e soprattutto il recupero di credibilità internazionale.

Davanti a una situazione del genere, a cui aveva senza dubbio contribuito l’insufficienza e le menzogne di un esecutivo che stava trascinando il Paese nel baratro, sarebbe stato peraltro grave se il Presidente Napolitano non avesse pensato a una soluzione alternativa al Governo Berlusconi, che peraltro ha proseguito il suo mandato fino al novembre 2011, quando la gravità della situazione del Paese ha richiesto un intervento immediato.

Siamo quindi di fronte alla consueta e pretestuosa sequela di attacchi e illazioni a due figure, il Presidente Napolitano e il Senatore Monti, che hanno sempre operato, con fatti e non con semplici parole e proclami, nell’interesse del Paese e dei cittadini.